Emilia Mazza |
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"Cosa istituì la scuola Giacomo Leopardi?" Fu istituita la guardia d’onore, formata da dieci piccole italiane e dieci piccoli balilla, perché la scuola "Leopardi" ha due scale, la sezione maschile e la sezione femminile.Noi eravamo tre classi di quinta elementare ed ogni settimana si cambiavano, si cambiava classe, e le dieci ragazze erano scelte sempre fra le migliori, fra cui ci stava sempre Emilia Mazza. Ora, sei ragazze erano tenute sulle... sui poggi, sui poggi, si dice poggi no? della scalinata e tenevano ordine. I bambini quando uscivano inquadrati in fila, non che si dovevano sparpagliare sotto, dovevano scendere le scale sempre in fila e tre di noi dovevano, stavano, sempre giù affinché le mamme non si accostassero a mettere il cappotto, o mettere la sciarpa e fare chiasso, perché non devono dare fastidio, dovevano essere educati cominciando dalle mamme. Questo fatto andava bene, è andato bene, i primi giorni ci hanno insultato, ma poi hanno capito che era un bene. Quell’ordine faceva bene anche ai figli. Insomma si sono comportate bene e tutto era sorridente, era tutto pacifico, finché un giorno la nostra insegnante quando è venuta in classe e ha detto: “Ragazze vi devo dare una bella sorpresa, una bella cosa, fra le guardie d’onore si è distinta la nostra classe, brave siete state veramente brave” “Lei ha detto che ha partecipato a delle recite, cantava anche.” Cantavo e ballavo. “Cantava, ballava, lei può parlare di queste recite?” La recita era intitolata "Il piccolo Balilla" era intitolata, che significava che erano venuti gli zingari di un paesello, avevano fatto uno spettacolo, però quando andarono via avevano preso una bambina in ostaggio e perché c’era stata una festa con il podestà, l’avevano accolto con canti e con danze,e allora non... poi ci stava la leggenda del pettirosso, posso cantare tutte quante?, qualcuna? “Si prego” Come iniziava lo spettacolo? Posso? “Prego” Lo spettacolo cominciava così, perché si aspettava il podestà che veniva in questo paesello, era tirolese era, c’erano tutti i ragazzi sulla scena, e cominciava così: “ Su ragazzi venite qua, che la gran festa comincia già”, dico le cose del pettirosso. Poi ? E…e…e… dopo è la leggenda del pettirosso, “Tanto e tanto bel, il suo canto melodioso s’innalzava al ciel, al mattino si recava là per sentire quel dolce canto e sua beltà, sorridenti ed estasiati sotto il bel venir, ripetiam meravigliati al grazioso augellin, o pettirosso con gran piacer noi ti ascoltiamo e ammiriam, canta ancor la tua canzon”. Bell’è? Po’ venett’ o’ podestà, e poi s’arrubbarn’ a piccirella no’ e allora sti zingari fecero lo spettacolo, tutti ingioiellati, tutti vestiti bene bene e così, e poi c’è il balletto della vecchia e del vecchio “Ricordi, ricordi mio bel, quando giovane e bello lassù, tra le cime nevose in cima blu la…la,…la… - ess’ sunav’ e io appresso a te - tra le canne verdi di bambù, su folletto incantato allor tu, mi facevi suonar e come si stava ben… e come si stava ben, piruliripirulera piruliripilurera”. Ballava... vestut’ a tiroles eh! “Piruliripirulera, piruliripirulera oh come balli ben…vieni, vieni balliamo pirulini insieme, piruliripirulera, piruliripirulera”
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