Rinascita di una contrada
Un tempo si passava per Fuorigrotta con gli occhi un pò bassi e il più svelto possibile. Ci limitavamo a sfiorare Piazza Leopardi e a girare subito a destra nel bonario autobus che ci portava all’Ippodromo di Agnano. Non amavamo Fuorigrotta per lo spettacolo di abbandono che offriva questo villaggio alle porte di Napoli. E la pena era tanto più intensa in chi, come noi, amava e sentiva la storia, la poesia, la leggenda dei Campi Flegrei, reame favoloso del quale questa zona è il preannuncio. A passarci anche in volata, c’era da distoglier ratto lo sguardo da quelli aggregati di case e casupole sgheronate e cercar conforto una volta giunti a Bagnoli salutando Nisida, colossale conchiglia verdognola emersa dalle acque, e poi, per Via Napoli, correre a quel mondo di meraviglie che dalla Solfatara al Tempio di Serapide, dai Laghi a Monte Nuovo, da Pozzuoli a Baia e Bacoli, si conclude all’estremo arco di cerchio segnato dalla Punta della Campanella al Capo Miseno, dove ha inizio, come un altro canto, la Spiaggia Romana.
Il problema della bonifica di Fuorigrotta apparve sempre tra i più ardui ad affrontare. Occorreva lavorare alle basi, squassare dalle fondamenta, radere al suolo con coraggio e poi ricostruire con nuove vedute suggerite dal carattere peculiare della terra su cui doveva incidere la vasta opera di redenzione. Terra vicina al mare e alla quale la natura sorride benigna, designandola come un’oasi di vita serena, di riposi tranquilli, di soggiorni ameni.
Già la stazione di Fuorigrotta era stata come un formidabile ponte lanciato dalla città al contiguo villaggio. Sorsero anche le prime case di un nuovo rione. Ma poi che la rinascita di tutta la contrada non si poteva improvvisare con una corrispondente celerità, il grande edificio apparve in breve come un arto proteso inerte tra aree brulle avvampate dai soliti occidui.
Quando fu disposta la Mostra delle Terre d’Oltremare, assegnandola a Napoli, noi tutti si attendeva ansiosamente la località che sarebbe stata eletta. Fu deciso per Fuorigrotta. Benedetta decisione, per la rinascita di queste plaghe, per la radicale soluzione di tutti i problemi che la scelta avrebbe comportato, con la bonifica della zona, i suoi raccordi con Napoli, il suo riassetto stabile, la prosperità proteiforme di una vita della quale le attività della Mostra stessa avrebbero gittato il seme fervido e copioso.
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