I piani regolatori
Il borgo di Fuorigrotta, compreso tra la collina di Posillipo e i rilievi degli Astroni e dei
Camaldoli, si sviluppava lungo una direttrice che, aprendosi a “V” all’uscita dell’antica
grotta di Cocceio, aveva nella strada per Bagnoli e nell’attuale Via Leopardi le sue due
diramazioni. Le due strade, che possiamo definire gli assi storici del quartiere, sono
chiaramente leggibili già nelle antiche mappe del Duca di Noja (1775) e costituirono in
seguito gli assi guida di tutti gli schemi urbanistici elaborati. Storicamente, quindi,
Fuorigrotta nasce e si sviluppa lungo quelle due direttrici occupandone, nei modi più
diversi, secondo progetti di urbanizzazione più volte disegnati, l’area triangolare tra essi
compresa, e comunque privilegiando lo sviluppo edilizio dell’area in direzione di Bagnoli,
e quindi del mare.
Dopo l’epidemia di colera del 1884 l’area di Fuorigrotta - Bagnoli fu inclusa tra le zone
destinate al primo piano di ampliamento della città. Le iniziative importanti avviate per
volontà del governo centrale furono tre: la Ferrovia Cumana, la cui data di nascita risale
al 1889, la linea direttissima Napoli-Roma e la Galleria della Laziale.
Tra il 1938 e il 1939, in virtù del Piano di Risanamento e ampliamento della città, a
Fuorigrotta furono abbattuti circa 7000 vani e con essi andarono distrutte inevitabilmente
anche importanti testimonianze del passato. La ristrutturazione del quartiere era stata già
oggetto di studio nei diversi piani regolatori che si erano succeduti sin dal 1885. Nel 1910
in vista della costruzione ai Campi Flegrei e a Bagnoli delle stazioni della direttissima
Napoli-Roma la cui tratta urbana, assumendo l’importante funzione di servizio
metropolitano, favoriva l’espansione della città nella zona di Fuorigrotta, l’iniziativa
privata si rese parte attiva per la creazione qui d’insediamenti residenziali.
Nel 1913, infatti, la Società Laziale fu autorizzata a realizzare un nuovo rione. In cambio
essa si impegnava a provveder all’ampliamento della Via Nuova Bagnoli ed a costruire la
Galleria sotto la collina di Posillipo (che conserva tuttora il nome di Galleria della
Laziale), per migliorare il collegamento tra la città, la stazione dei Campi Flegrei e l’Ilva
di Bagnoli.
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