Fuorigrotta di un tempo
L'ANTICA PIAZZA LEOPARDI
"Paese mio, quanta nostalgia ho di te, da cui ho avuto i natali. Da fanciullo vissi nel clima
della tua genuina semplicità, tra quei cari e pittoreschi personaggi che rappresentarono la
parte integrale di te.
E nel ricordarmi quel fatale anno 1939 mi vengono le lacrime agli occhi e, nonostante
fossi appena un giovanetto, anche io provai l'amaro calice per la tua demolizione.
Ogni mattina che sorgeva mi portava una gioia di vivere, e quantunque quella fu un' epoca
di ristrettezze economiche, pure, si era ricchi di sentimenti umani con tanta pace e tanta
allegria. Ti rivedo così, mia vecchia Fuorigrotta ridente in uno scenario formato da una
moltitudine di persone care, che sostavano nella tua caratteristica piazza con la maestosa
chiesa di S. Vitale con un via vai di paesani in piena attività. Rivedo quello spassoso "Tore
'o caffettiere" già mezzo brillo, lo "Sceicco" con la sua inseparabile cassetta di
lustrascarpe, il pianino di Don Alfredo che suonava il motivo di una canzone antica, e quel
vecchietto sprovveduto seduto sulle gradinate della chiesa che si assicurava il suo
sostentamento grazie al buon cuore dei caritatevoli compaesani, il cartellone del teatro di
Don Achille trasportato a modo di corona da due ragazzi che lo mostravano a capannelli di
persone, e gli strilloni che con i loro giornali quasi saltavano da un tram all'altro, mentre
con le loro voci giovanili riempivano la piazza con i loro dolci echi i venditori ambulanti
che esaltavano la bontà della loro saporosa frutta, e "Feliciello il tutto fare", che a suon di
campana decantava la magnificenza di un prodotto di una rinomata ditta, e sotto il pronao
della chiesa, appariva la bella figura di sacerdote di Don Peppino Panico, mentre una luce
di sole illuminava la piazza rendendola più bella che mai.
Rivedo mia madre che mi portava per mano, oggi purtroppo scomparsa alla veneranda età
di 94 anni, e quel passato mamma cara rivedo sempre presente in me, e tu, tutta intenta
ed assorta nella tua opera misericordiosa nell'alleviare le pene di qualche povero
vergognoso, e nell'atto di accarezzare il viso di qualche bambino cencioso, rifocillandolo di
ogni ben di Dio, così come rivedo il tuo gesto deciso, la tua pesante mano che non esitava
a posarsi sulle
1/8