Le opere pubbliche
Al termine della prima guerra mondiale Il Governo di allora, ma soprattutto poi quello fascista, indirizzò i propri sforzi al miglioramento delle condizioni di salute della popolazione ed in particolar modo al problema dell'infanzia abbandonata e dei giovani, tra i quali si contavano numerosi orfani. In tale ottica furono potenziate le strutture sanitarie, si tenne sotto controllo l'igiene scolastica e la qualità degli alimenti e furono realizzate importanti opere come acquedotti e fognature. La bonifica urbana avviata a Napoli, rispondeva infatti alla necessità di eliminare le condizioni di insalubrità che caratterizzava il territorio cittadino. Pertanto, l'intera e complessa gamma delle problematiche giovanili - dalla tutela dei neonati abbandonati alla mobilitazione contro l'analfabetismo, all' educazione per il corretto sviluppo fisico - diventarono compito prioritario dello stato, che diede così avvio alla istituzione dei servizi sociali. Nacque così l'Opera Nazionale Maternità e Infanzia, furono istituiti gli Enti comunali di Assistenza, si rese obbligatoria l'assicurazione contro le malattie, si mise mano alla riforma della Previdenza Sociale e, soprattutto, a Napoli, si affrontò la triste piaga dell'infanzia abbandonata.
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L'Opera Nazionale Maternità e Infanzia
L'iniziativa fu assunta dalla Fondazione Banco di Napoli che decise di costruire un'opera di beneficenza in occasione del quattrocentesimo anniversario della sua fondazione. Fu così che nasceva l'Istituto per i Figli del Popolo. Il progetto rappresentava un'assoluta novità nel campo dell'architettura sociale in quanto rispondeva efficacemente all'esigenza di "garantire educazione intellettuale e politica, addestramento manuale e ginnico".
La cosiddetta "Città degli scugnizzi", in effetti, era una vera e propria cittadella