La masseria S. Giuseppe
Nella Mappa topografica della città di Napoli e dei suoi contorni, edita a Napoli nel 1775 a
cura di Giovanni Carafa Duca di Noja, è riportata, in uno dei 35 fogli che la compongono,
la zona di Fuorigrotta. Qui è descritta, con una dovizia di particolari, una strada che, dalla
parrocchia di S. Vitale, attraverso poderi e gruppi di case, arriva a una costruzione divisa in
tre nuclei raccolti attorno a uno spazio centrale. Questa strada è denominata dal Duca di
Noja Strada detta S. Giuseppe ed il nucleo di case ancora oggi esistente, è la cosiddetta
Masseria S. Giuseppe, che si erge con le sue poderose mura di cinta, di fronte al cimitero
di Fuorigrotta. Questa Masseria, di cui è stata demolita la parte prospiciente la strada,
presenta delle caratteristiche storico-architettoniche che valgono la pena di essere
descritte.
La masseria cominciò a destare un certo interesse attorno al 1939 allorquando il prof.
Augusto Lala, interpretando le descrizioni di alcuni fuorigrottesi relative alla esistenza
nella zona di pozzi e cunicoli sotterranei, interessò della cosa la Soprintendenza alle
antichità allora diretta dall'insigne archeologo Amedeo Maiuri.
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Quest'ultimo incaricò un suo dipendente, un certo
Testa di Pozzuoli, ad effettuare un sopralluogo
insieme al Lala.
Recatisi all'interno di un fatiscente fabbricato di via
Terracina e calatisi in un pozzo profondo circa
quattro metri, il Testa e il Lala si resero subito
conto che ci si trovava di fronte a una struttura
architettonica di età romana di notevole interesse.
In seguito, la Soprintendenza organizzò delle
ispezioni più estese ed approfondite che
condussero alla scoperta del complesso termale
romano.
Poiché nella zona fervevano i lavori per la
costruzione della Mostra d'Oltremare, all'interno
Veduta della Masseria nel 1980