La Cripta Napoletana
"In quel giorno dovetti provare tutte le esperienze
degli atleti: dopo esserci unti come lottatori, nella
Crypta Neapolitana fummo costretti a cospargerci
di polvere: non vi è antro più lungo di quello, né
più oscuro chiarore di fiaccole; esse infatti ci
permettono non di vedere attraverso le tenebre,
ma di osservare la tenebra stessa.
Del resto, anche se in quel luogo ci fosse la luce la
toglierebbe la polvere insopportabile e fastidiosa
anche all'aperto, figurarsi in quella grotta, dove si
avvolge continuamente su se stessa e, poiché non
c'è nessuno spiraglio dal quale possa uscire, ricade
su coloro che l'hanno sollevata" e ancora: "
Nessuno carcere più lungo di quello, nessuna
fiaccola più fosca di quelle che si paravano innanzi
agli occhi non per rischirare le tenebre, ma per far
rimirare se stesse. E del resto, anche se un po' di
chiarore si fosse avuto, il polverume ce l'avrebbe
tolto; sì denso e molesto da ottenebrare anche un
luogo aperto! Che dire poi di quel luogo dove in sè
stesso si rivolge e dove, per non essere mosso da
alcun fiato di vento, ricade su quello che lo
sollevano? ".
(Ep. Ad Luc.,57, 1, 2).
La Grotta vecchia di Pozzuoli o di Posillipo, così
come pure fu nota, doveva essere - secondo la
testimonianza del geografo Strabone - tanto larga
da consentire il passaggio di due carri l'uno a fianco
all'altro e alta circa 5 metri.
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L'ingresso lato Fuorigrotta