Una volta collegata tutta la zona di Fuorigrotta al corpo della città, questa era destinata a trasformarsi in breve tempo in zona residenziale. La galleria di Posillipo, la ferrovia Cumana, la nuova direttissima per Roma, avevano creato una rete di infrastrutture tale da assicurare la fortuna urbanistica dell’area.
Su Fuorigrotta cadde anche la scelta per la localizzazione della grande “
Mostra triennale delle terre italiane d’Oltremare”. Questa scelta fu decisiva per la trasformazione sostanziale del comprensorio, anche se i benefici che la costruzione della Mostra avrebbe dovuto portare al quartiere furono vanificati dal sopraggiungere del secondo conflitto mondiale. Questa infatti fu inaugurata nel 1940 appena un mese prima dell’entrata in guerra e cioè in un momento nel quale venivano a bloccarsi tutte le iniziative edilizie. I motivi a favore di tale intervento nella zona flegrea furono giustificati oltre che dall’esistenza allo stato potenziale di numerosi e rapidi mezzi di trasporto, anche dalla vicinanza di queste zone al centro della città, dalla presenza di vaste superfici sfruttabili, dalla favorevole posizione su una direttrice verso le zone balneari, panoramiche, sportive, archeologiche e dalla favorevole ubicazione sulla naturale via di Roma. Inoltre con la costruzione della funivia da realizzarsi tra la Domiziana e la collina di Posillipo si apriva uno sbocco rapido verso la parte alta della città e verso il Vomero. Tra l’altro, nella relazione che accompagna il Piano di Risanamento di Fuorigrotta, in aggiunta alle considerazioni di carattere urbanistico, si evince la necessità di risanare un quartiere che era in condizioni di assoluta insufficienza igienica, sanitaria ed edilizia, tale da costituire un diaframma indecoroso tra il settore nobile di Napoli e la zona di attrattiva turistica dei Campi Flegrei.
L’idea di destinare queste terre ad attività turistiche risale al 1883 allorché Lamont Young nell’illustrare il suo progetto di una strada ferrata sotterranea, propone di utilizzare i materiali di risulta delle opere di scavo per una colmata a mare a ridosso della collina di Posillipo immaginando qui una serie di isole divise da canali e collegate ai Campi Flegrei mediante un canale di traforo.
Un canale in galleria avrebbe collegato dunque il Rione Venezia ai Campi Flegrei: qui sarebbe sorta una struttura mista di abitazioni, aree di divertimento e di esposizione.
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