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Belle Arti di Napoli. I lavori però furono sospesi
per alcuni mesi in seguito ad un esposto del
reggente la Diocesi Puteolana, Monsignor Michele
Zezza, che non era stato avvertito dell'iniziativa.
I fuorigrottesi erano stati sempre gelosi custodi
della tomba di Leopardi avendone compreso lo
spirito eletto, tanto che, nel 1927 chiesero ed
ottennero dall'allora ministro Giovanni Gentile,
che gli fosse eretto un monumento nella Piazza
Leopardi, all' epoca la principale piazza del
quartiere.
Quando, nel corso delle opere di risanamento
iniziato nel 1938, la chiesa di S. Vitale fu demolita
per costruire il Viale Augusto, per i fuorigrottesi fu
un colpo duro perché essi, oltre a veder
scomparire la chiesa alla quale erano legati tanti
ricordi della loro vita, dovettero assistere anche
alla distruzione della tomba e al trasloco dei resti
mortali del poeta. La tomba di Leopardi doveva
essere trasferita o a Recanati o a Firenze, in Santa
Croce. Fu l'allora ministro dell' Educazione
Nazionale, Pietro Fedele, a proporre di traslare il
sepolcro del poeta da Fuorigrotta a Mergellina,
accanto alla tomba di Virgilio. Quando la proposta
del Fedele cominciò a prendere corpo, a
Fuorigrotta si costituì un "ComitatoLeopardiano"
presieduto dal prof. Salvatore De Caro allo scopo
d'impedire che la tomba di Giacomo Leopardi fosse
rimossa dal pronao della chiesa di S. Vitale.
Il trasferimento dei resti avvenne il 22 febbraio del
S. Vitale nel 2002