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1939. Al corteo, accanto alle autorità, tra cui il
Principe ereditario Umberto di Savoia, il ministro
Bottai, l'Arcivescovo di Napoli, il Vescovo di
Recanati e agli uomini di cultura provenienti da
tutt'Italia, parteciparono in gran massa i
fuorigrottesi che gremirono la piazza. Dai balconi,
dalle terrazze, dai tetti, ovunque c'era una folla
immensa di popolo.
Le premure del Ranieri e la generosità del Sorbino
valsero ad evitare che la salma di Giacomo
Leopardi finisse nella fossa comune dei morti di
colera. Ai fuorigrottesi rimase il merito e
l'orgoglio di aver accolto per primi la salma del
grande poeta e di averne, amorevolmente
custoditi, per oltre un secolo, i resti mortali.
Il sepolcro di Leopardi in S. Vitale
Il monumento nel parco Virgiliano