S.Antonio Abate, alla periferia di Napoli, dove la regina Giovanna I fece erigere una chiesa ed un ospedale annesso. Qui venivano ricoverati i lebbrosi e i colpiti da una particolare malattia cutanea detta comunemente "fuoco di S.Antonio". La cura di questi venne affidata ai monaci ai quali il popolo regalava dei porci, anche perché il lardo serviva a medicare le ferite. Questa in sintesi è la storia del Santo i cui segni sono appunto il fuoco e il maiale. Ma l'aspetto popolare della festa è costituito dalla benedizione degli animali che vengono portati presso la chiesa agghindati di nastri, fiori e collane di ciambelle dolci. I ragazzi invece si dedicano alla ricerca di materiale da ardere che viene ammucchiato al centro della strada per formare i cosiddetti "Cippi 'e Sant'Antuono". A questi, nel tardo pomeriggio, viene appiccato il fuoco alimentato sempre da altro materiale gettato al momento.
La festa più autenticamente popolare è quella della Madonna dell'Arco. Il rituale pellegrinaggio del lunedi in Albis ha come meta il Santuario omonimo situato in Sant'Anastasia. Le origini cristiane del culto, secondo le fonti storiche, sono da collocare nella seconda metà del sec. XV. All'epoca esisteva lì un muro con un'immagine della Madonna: si racconta che nel lunedi di Pasqua del 1450 alcuni giovani giocavano a "palla e maglioni" e uno di essi, avendo fallito un colpo, al colmo dell'ira, prese una palla e la lanciò contro l'immagine della Madonna che, colpita, cominciò a sanguinare. Il giovane fu impiccato e sul luogo i fedeli eressero una cappella.
I fedeli della Madonna dell'Arco sono raggruppati in numerose associazioni e si distinguono per una loro uniforme consistente in un'abito bianco con fascia rossa in vita ed un'altra azzurra trasversale. A partire dalla festa di S.Antonio Abate, ogni Associazione manda in giro una squadra di associati per la questua.
Il danaro raccolto servirà per l'acquisto di fuochi artificiali e per pagare le bande musicali. Il resto verrà regalato al tempio. Nel mattino del sabato santo e nello stesso giorno di Pasqua, i questuanti sono accompagnati da una banda e recano sulle spalle un altarino. In tal guisa si gira di quartiere in quartiere fermandosi ai posti prestabiliti: edicole e monumenti alla Madonna. Qui ha inizio la "funzione": i fuienti si dispongono secondo un ordine prestabilito e mentre la banda intona un inno sacro, i portatori, dondolandosi imprimono un movimento ondulatorio alla costruzione.
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