Rinaldo. Queste storie venivano regolarmente alternate a quelle su alcuni episodi e
personaggi della camorra napoletana. Anche in questo caso il pubblico si entusiasmava per
le bravate di questo o di quel guappo. I beniamini del pubblico erano Tore di Crescenzo,
Ciccio Cappuccio, e Antonio di Porta di Massa.
Dopo anni di notorietà il Teatro Verdi chiuse i battenti e il baraccone che lo ospitava fu
demolito.
LE TAVERNE ED I CAFFE'
All'angolo di via Consalvo esisteva una tipica trattoria che in breve tempo divenne famosa
nella zona a tal punto che non pochi furono gli avventori che in gran numero vi
giungevano per gustare la buona cucina casareccia di Donna Mariannina Ciardi e per
sostare nel ricco ed ombroso giardino. Una delle pietanze più saporite che vi si poteva
gustare era la famosa zuppa di soffritto che, nelle gelide giornate d'inverno, troneggiava
sui tavoli fumante e appetitosa. Tra gli altri piatti sempre vari e pittoreschi veniva servita
la minestra maritata che costituiva il capolavoro del cuoco. Ma non mancavano le fritture,
i vermicelli al sugo cotto nella terraglia rustica e il capretto al forno.
La più antica Osteria delle Rose al Largo Pilastri costruita lungo la via per Bagnoli agli inizi
del '700 era sosta obbligata per coloro che si recavano ai bagni o erano diretti ad Agnano e
a Pozzuoli. Vi si andava per gustarvi anguille fritte, capretto arrostito e caciocavallo
piccante sul quale scorrevano fiumi di vinello nuovo. Al tramonto, ritornati dalla città coi
loro carri vuoti e con le bestie affaticate, i carrettieri si radunavano lì a bere e a cantare
inebriandosi con gli odori vari delle fritture e degli intingoli e con l'acre profumo del vino
nuovo, travasato in quel punto dalle botti ai barili. In quei tempi, nelle taverne
napoletane, si vendevano più di centomila botti di vino all'anno e le osterie in genere non
erano che delle baracche ma la famosa Osteria delle Rose era invece fabbricata con pietre
e mattoni. Col passar del tempo la via non era più dominio dei carrettieri, il quartiere si
allargava, si popolava e le vetture scacciavano i carretti. Certo è che era molto frequentata
specie dagli innammorati, dai fidanzati, dai freschi sposi napoletani. Era quella l'Osteria
dell'amore.
6/8