A est della conca si sviluppa il bordo esterno del cratere della Solfatara, i cosiddetti monti
Leocogeni (così definiti per il colore biancastro del tufo, dovuto ad un’alterazione
idrotermale e chimica); mentre a nord si alza il cratere degli Astroni, un vulcano di grande
valore naturalistico e oasi ricca di uccelli, selvaggina e piante rare. Da sempre è stato
luogo ideale di caccia, specialmente nell’epoca borbonica.
Alle falde della Solfatara sgorga la sorgente dei Pisciarelli, dotata di naturali proprietà
terapeutiche. Anticamente, infatti, fu ritenuta miracolosa per curare la sterilità femminile
e le malattie degli occhi. L’acqua della sorgente sembra sempre in ebollizione per effetto
dello sprigionarsi di anidride carbonica.
Le pendici dei rilievi che circondano la conca di Agnano e le pendici nord-occidentali della
collina di Posillipo, per la peculiare natura e leggerezza dei terreni piroclastici, per il
disordine morfologico che le caratterizza e per la mancanza di idonee opere di
regimentazione delle acque piovane, sono interessate da diffusi fenomeni di erosione
superficiale. Particolarmente dannoso è stato l’abbandono della pratica agricola a
coltivazioni terrazzate che consentivano una buona difesa dall’erosione superficiale e dai
franamenti improvvisi. Questi fenomeni sono stati aggravati dall’edilizia abusiva degli
ultimi decenni. Un esempio evidente sono gli sbancamenti di via Sartania: qui le acque
vengono versate sulle pendici senza alcuna protezione con la conseguente formazione di
solchi che vanno via via approfondendosi e allargandosi fino a formare vere e proprie
incisioni di ragguardevoli dimensioni. In occasione di piogge intense si verificano, infatti,
fenomeni franosi che, pur coinvolgendo ridotti volumi di terreno, questi vengono
asportati e trascinati a valle con elevata velocità provocando danni rilevanti.
Nell’area di Bagnoli-Fuorigrotta è presente una falda idrica che si livella a quote di poco
superiori al livello marino e che pertanto si trova a profondità ridotta dal piano di
campagna. Tale falda, che riceve alimentazione dagli apporti meteorici diretti, può
considerarsi parte di un più esteso fronte idrico che impegna tutta l’area flegrea e ha nel
mare il recapito finale.
Come si è visto, dato l’assetto geologico e la natura stessa del territorio, gli innumerevoli
fenomeni legati all’aspetto vulcanico, come fumo e vapori, furono utilizzati in maniera
imponente a scopo terapeutico già in epoca romana.
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