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L'Arena Flegrea è una delle opere più cospicue e, sotto ogni punto di vista lodevoli, della Triennale. Il Teatro, primo edificio del genere che sia stato costruito in Italia è da considerarsi unico in Europa: infatti, è l'unico teatro all'aperto nel quale potevano sistemarsi comodamente circa diecimila spettatori in perfette condizioni di visibilità ed acustica. Era dotato di un palcoscenico che consentiva la realizzazione dei più complessi spettacoli, dalla tragedia classica all'opera, alla rivista. Il progettista, l'arch. Giulio De Luca, ottenne un'acustica eccezionale mediante un'accentuazione della pendenza della cavea che, in tal modo segue meglio l'andamento dell'onda sonora, specie in presenza di vento contrario.
L' Arena Flegrea ricostruita. Arch. G. De Luca
Nel periodo bellico subì ingenti danni tanto nella parte muraria che negli impianti ed attrezzature; tutto si dovette ripristinare: dai rivestimenti di travertino, che per buona parte furono rifatti ex novo, alle attrezzature che erano state distrutte o asportate.
L'Arena, quindi, fu inaugurata il 5 luglio del 1952 con una indimenticabile "Aida", ma dopo due incendi (1972 -1973) che produssero danni gravissimi, andò definitivamente in rovina. Agli inizi del 1978, nella ferma convinzione di poter inserire il problema Arena tra gli interventi previsti dalla Legge Speciale per Napoli, l'Ente Mostra nominò un gruppo di esperti "per lo studio della ristrutturazione e, per quanto possibile, della copertura del Teatro Arena", affidandone il coordinamento allo stesso arch. De Luca.
Ma le strutture marce, i due incendi, le devastazioni operate dai terremotati del 1980, l'incuria e la mancanza di manutenzione, nel 1990 costrinsero le autorità a disporne la demolizione e la ricostruzione. E fu proprio l'architetto De Luca che se ne interessò, passando alla storia, forse, come l'unico architetto al quale sia capitato di demolire un'opera che aveva costruito e di ricostruire quello che aveva appena demolito.