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Si comprende quindi che con questi precedenti, con una base d'operazione così larga, un
traforo più o meno lungo non mi diede pensiero alcuno, tanto più che esso sarà tutto in
tufo, salvo un piccolo tratto verso Soccavo. E così che determinai come dati fondamentali
del mio progetto, che la linea dovesse uscire in traforo da Napolie dal punto più vicino al
suo centro reale, per poi raggiungere il mare a Pozzuoli".
(Giulio Melisurgo)
Il Melisurgo, entusiasta della sua idea, convinto della importanza strategica della Ferrovia
Cumana, era sicuro di compiere un'opera di massima utilità per i napoletani ed i paesi
flegrei senza il minimo rischio economico.
Fu così che, nel 1883 si costituì ufficialmente la "Società per le Ferrovie Napoletane" per
costruire e gestire una linea ferroviaria dal cuore di Napoli a Cuma. Furono chieste le
autorizzazioni al Conune, furono selezionati professionisti, tecnici e operai specializzati e
furono appaltate le imprese.
Dopo pochi mesi, ricevuto il benestare dalle Autorità, si diede inizio ai lavori. Il progetto
prevedeva una linea di 20 km lungo il tracciato Montesanto - Soccavo, in galleria e quindi:
Bagnoli - Pozzuoli - Bacoli con complessive 8 stazioni. Le varianti al progetto ne
modificarono il tracciato, facendolo passare per Fuorigrotta, mentre i successivi
adeguamenti portarono il numero delle fermate a 18.
Con l'inaugurazione della tratta che collegava la stazione di Montesanto con quella di
Terme - La Pietra, nasce, infatti, il 1° luglio 1889, la Ferrovia Cumana.
Progettista dell'opera, che risultò essere la prima ferrovia metropolitana d'Italia e la
seconda al mondo dopo quella di Londra, fu l'ingegnere Giulio Melisurgo. Già nell'arco di
pochi mesi, grazie anche all' estensione della linea fino a Pozzuoli prima (febbraio 1890) e
fino a Torregaveta poi (luglio 1890) la Cumana seppe segnalarsi come strumento
utilissimo per la cittadinanza e per il turismo specie balneare dell'epoca in quanto
permetteva il collegamento rapido del centro di Napoli