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un posto per vedere la gala del re; chi all'impiedi, chi assiso, altri su tavole, su panche, aggrappati agli alberi della villa e della spiaggia; l'astuto napoletano aumenta maggiormente il chiasso e la confusione coi gridi e col moto, spinge, urta, calpesta, ride, burla spensierato, allegro; unico scopo, unica meta, unico desiderio di tanta pena è il sito da veder tutto che in fine riesce ad occupare; e la villanella timida abitatrice dei paesi solitari in quel momento d'estrema confusione atterrita s'attacca al braccio fido del compagno e colle mani garantisce le gioie preziose di cui va adorna.
Tutte le aperture delle belle chiese di Chiaia adorne d'arazzi di colori variati, sono riempite da una popolazione di altra sfera: nobili, stranieri, signori di ogni classe, giovanette belle, gentili vestite nel più caro modo e fino alla vecchia nonna, che per settanta volte ha veduto quella festa, addita ai nipoti le gale e le vetture e le paragona col lusso dell'epoca lontana della sua gioventù.
Ove per un momento è rotta la linea delle truppe si precipita all'opposta strada una schiera di popolo, uomini, fanciulli, vecchi, donzelle sperando di trovare più comodo sito nell'altro lato.
Di tanto in tanto da tutti i punti nella vuota strada vedi passar correndo compagnie di villici, fuggire all'opposto lato, atterriti dalla folla e da' soldati tirando a mano le giovani compagne; e fra essi rimane all'indietro talvolta il vecchio agricoltore che, rispettato nel suo villaggio, traversa la strada dignitoso e senza affrettarsi raggiunge i compagni. E chi degno più di lui di stima? Egli che ha speso la vita nell'unica arte utile e necessaria del mondo!
Per l'attento osservatore è quella la più bella scena, è un succedersi d'usi variati, opposti, nella massima loro eleganza, animati da tutto il brio di queste contrade.
EDUARDO MATANIA La Piedigrotta - 1896